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01 Maggio 2016

Arduino al Falseum: mito, storia e musica

Sabato 7 maggio a partire dalle ore 17, un pomeriggio medievale, tra miti, storia e musica, al Falseum in occasione del terzo ed ultimo appuntamento  per il ciclo di incontri e presentazioni di libri "Aspettando FAKE Festival - Incontri intorno al falso, ai miti e alle storie". 
Presso la Sala Consiliare del Municipio di Verrone,  ad ingresso libero, si terrà l'incontro con Romolo Gobbi ed Alberto Zola e presentazione del libro "Arduino e Guglielmo contro l’imperatore” E20Progetti Editore; a seguire, sotto il porticato di ingresso del Falseum, concerto in compagnia del gruppo musicale "Vento celtico".
(Ghironda: Chiara Negro, Recorder: Gabriella Chiarletti, Flauto traverso: Lucia Bergero, Clarinetto: Fabrizia Barbin – Ilaria Pezzotti, Euphonium: Romolo Gobbi, Basso tuba: Marco Landorno, Didgeridoo: Nerio Allamanno, Arpa Celtica: Maria Teresa Carlevato, Percussioni ed effetti sonori: Matteo Jorioz - David Segala, Consulenza artistica: Paolo Guercio).
In programma la prima esecuzione assoluta di melodie tratte dalla musica popolare celtica, nella rielaborazione  per il gruppo dal M° e clarinettista Gabriella Chiarletti, intercalate da brani di musica occitana riscritti dalla tradizione orale da Chiara Negro.

SCHEDA LIBRO
In questo libro l’autore non risponde ma pone domande sulla sorte storica dei due protagonisti. Arduino venne scomunicato da Papa Silvestro II per l’uccisione del vescovo di Vercelli Pietro, nonostante l’intervento di Guglielmo a suo favore. Perché dunque è stata posta una lapide sulla facciata della Cattedrale di Ivrea, nella quale si afferma che la scomunica ad Arduino è stata revocata? Forse, si è cercato così di levare dall’imbarazzo i discendenti delle famiglie nobiliari che vantano Arduino come loro antenato. Tra questi, i Valperga di Masino, nel cui castello è situata la tomba di Arduino, o i Savoia, che, pure loro vantavano di discendere dal primo Re d’Italia.
Quanto a Guglielmo, resta da chiarire perché il grande riformatore religioso, con tanto di agiografia scritta da un suo monaco, Rodolfo il Glabro, non sia stato beatificato e la sua causa di beatificazione duri da circa mille anni.
Forse anche in questo caso possano essere state messe in campo questioni di opportunità, perché non si può fare santo uno che è stato sospettato di eresia per la professione di povertà e di uguaglianza assoluta del suo Ordine, i cui monaci dovevano vivere nell’imitazione della Chiesa degli Apostoli, mentre, per la sua professione di povertà assoluta, Francesco é diventato santo, duecento anni dopo.

BIOGRAFIA AUTORE

Romolo Gobbi già docente di Storia dei Movimenti e dei Partiti Politici all’Università di Torino. Ha collaborato a varie riviste “Quaderni Rossi”, “Classe operaia”, “Contropiano”. Ha  pubblicato tra l’altro: “L’insurrezione di Torino” (Guanda), “Il ‘68 alla rovescia” (Longanesi), “Operai e Resistenza” (Musolini editore), “Il mito della Resistenza” (Rizzoli), “Com’eri bella classe operaia” (Longanesi), “Fascismo e complessità” (Il Saggiatore), “Chi ha provocato la seconda guerra mondiale?” (Muzzio), “Figli dell’Apocalisse” (BUR), “Una revisione della Resistenza” (Bompiani), “America contro Europa” (M & B Publishing), “Un grand peuple élu” (Parangon), Les enfants de l’Apocalypse” (Publisud), “Irlanda del Nord, Sudafrica, Israele: tre piccoli Popoli Eletti” (LULU pub), Risorgimento e Popolo (Baima e Rocchetti).

NOTE SUL CONCERTO

Con il termine di Musica Celtica, ci si riferisce, oggi, alla musica popolare dei molti paesi europei dalle origini celtiche, come Irlanda, Scozia, Galles, Bretagna, Galizia e Italia settentrionale, e quella delle aree geografiche intercontinentali che hanno risentito dell’influenza della cultura celtica esportata dagli immigrati irlandesi e scozzesi come Stati Uniti e Canada. La musica popolare  è stata tramandata oralmente ed ha iniziato ad essere stampata  solamente nel Cinquecento su "fogli volanti", in Inghilterra erano detti “Broadsides”; il testo non era scritto con la musica, ma si indicava solo il titolo della melodia, perché era già conosciuto da tutti. Solo a partire dal Settecento e più diffusamente nell'Ottocento, ricercatori e studiosi trascrissero le melodie e i testi, per arrivare al grande lavoro di ricerca etnografico e di registrazioni sul campo operato più sistematicamente nella prima metà del Novecento. E’ una musica strumentale caratterizzata da canti, che hanno come matrice comune la ballata di origine medievale, che le singole tradizioni hanno poi contraddistinto dando nomi diversi a strutture simili.

Rumore del vento sulla cima delle montagne, canto del mare, nebbia sulle verdi colline tra l’erica e i cespugli di uva spina...

Immagini e sensazioni evocate da un arpeggio sfiorato sulle corde dell'arpa, un gorgheggio del flauto che richiama il frusciare delle foglie nel vento, il lamento della cornamusa e del violino, l'energia del tamburo...La musica celtica richiama un'atmosfera particolare, magica e arcana fatta di struggenti melodie e di vocalità fuori dal tempo dalle quali traspare l'incanto della natura. Gran parte della musica celtica è in realtà musica da ballo, ed i singoli brani sono molto brevi; è, infatti, la musica dell'allegria e della gioia, jigs e e reels più sfrenate, delle danze di socializzazione, delle drinking songs e delle ballads e, poiché, i singoli brani sono molto brevi, l'unico modo per far sì che i ballerini continuino a danzare è continuare a suonare!